sabato 20 ottobre 2007

Trailer

Questa è la storia di un inquilino felice. Lo chiameremo Carlo. La sua è una storia come tante. Una di quelle storie nella quale è difficile pensare alla presenza dell'orrore.
Questa è anche la storia di una famiglia. Lui è David, felice padre di famiglia con la faccia da pedofilo in astinenza. Lei è Natalia, una vita dedicata alle dita nel naso, anche se sfortunatamente non del proprio. La loro piccola creatura ha il nome della speranza, o almeno così pensano i genitori. Si chiama Ascella. Come possa annidarsi l'orrore anche tra David, Natalia e Ascella è una domanda alla quale solo il Mago Galbusera potrebbe dare una risposta sensata.
Eppure, acquattato come una gazzella in attesa di azzannare la sua preda, l'orrore aspetta paziente. L'orrore. Lo si conosce raramente. Se ne ha un'intuizione da piccoli, nel periodo della dentizione. Tu perdi i denti, guardi tuo nonno che li perde anche lui, e temi che con te la natura stia saltando dei passaggi.
L'orrore ti segue paziente. Dà brevi accenni della sua presenza solo per godere della tua ansia. E questa è appunto una storia di piccolo orrore quotidiano.
Tutto comincia con un litigio. La povera Ascella si copre le orecchielle con le manine per evitare di sentire le urla di papà e mamma. Orecchie o no, i due decidono di divorziare.
In tutto questo, il nostro felice inquilino Carlo è ignaro dell'orrore che lo aspetta. Quando si sveglia, il primo bramito è contenuto in una lettera. Sfratto. Ignaro, sorride. "Si cambia casa, la prossima sarà ancora meglio di questa." L'orrore ride, con la tipica risata catarrosa di vecchio vedovo padrone di casa in pensione che aspetta il pollo per il suo brodo.
Questa è una storia di trasloco. L'orrore del Belgio del ventunesimo secolo. Se fosse una storia epica, sarebbe l'Odissea. Se fosse una storia comica, sarebbe Titanic. Se fosse una storia di riparazione di monumenti di guerra, sarebbe Saldate il soldato Ryan. Ma sfortunatamente è una storia vera, vera quanto l'orrore di cui è intrisa.