mercoledì 28 luglio 2010

Episodio 1 / Parole nella notte

Mi piace leggere nelle notti d'estate. Il fresco ti coccola e ti fa sentire speciale. Come se fosse lì per te.

Ma soprattutto c'è silenzio. Si fa un gran parlare del nulla. E' rumore di fondo, che non causa pensieri, non turba coscienze, ma riempie le orecchie.
Il silenzio, chiunque lo abbia inventato, che abbia lunga vita. O almeno, se è crepato, spero lo abbia fatto in silenzio. Senza soffrire, intendo.
Il silenzio, luogo di Dio, della preghiera che mi è cara.
Il silenzio, gemma prez - RIIIIIIIIIIIIIIIIING

- Madonna incollata, chi cazzo rompe i coglioni e mi telefona alle 3 di mattina?!? - mi domando con misurato stupore. Saugella mi guarda insonnolito.

RIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIING
Mi alzo, e con la grazia dei vent'anni mi dirigo verso il telefono. Raccoglierò dopo i cocci del vaso che ho distrutto inciampando nel mobile.

RIIIIIII - Pronto? - interrogo la cornetta.
- Paolo Austero? - dice una voce di donna con tono neutro.
- Veramente no. Ma chi parla? -
Riattacca.

Ma che maniere, dico io. Sono uno all'antica, per me la notte è sacra. Non si disturba qualcuno alle 3 di mattina così. La notte è fatta per dormire, per pensare, o al massimo per vendere il proprio corpo sulla statale.

Passano due giorni. Nulla di che, la solita routine. Arrivano le 3, sto ancora leggendo e pensando al valore del silenzio. Ed ecco un nuovo, potente RIIIIIIIIIIIIIIIIIING a rubarmi dalle mie illusioni.

La mia grazia del corso di lambada è immutata nonostante siano passati sei anni dall'ultima volta che ho ballato. Con poche, aggraziate falcate raggiungo il telefono e mi slogo la caviglia.

- AHI! Pronto? Ma si può sapere chi cazzo è?!? -
- Paolo Austero? - dice la stessa voce di donna.
- Qui non c'è nessun Paolo Austero, la smetta di scassarmi i maroni! -
- Sto cercando Paolo Austero. - ripete lei, impassibile.
- Qui non c'è nessun Paolo Austero. Ci siamo io, Dario Bignardi, e il mio cane di razza incerta Saugella. Lei chi è, scusi? -
Riattacca.

E siamo a due volte. Capisco sbagliare numero, ma adesso è pure troppo. Senza contare che non ha senso cercare qualcuno alle 3 di notte.

Passano tre giorni. Mi stavo quasi abituando al silenzio. Lo apprezzo specialmente perchè ti permette di dedicarti anima e corpo ai tuoi bisogni più fondamentali, dimenticando le ansie del vivere quotidiano.

RIIIIIIIIIIIING
- Cazzo, anche quando sto cagando, ma è una persecuzione! -
Mi rivesto come riesco, ma non ci riesco.

RIIIIIIIIIIIIIIING
Decido di andarci nudo. E chissenefrega.

RIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIING
Evidentemente la vecchia della casa di fronte è insonne. E' alla finestra e mi sta guardando. La saluto, lei caccia un urlo e sparisce sotto la tenda con un tonfo. A volte son soddisfazioni.

RIIIIIIIIIIIIIIIIIING
Quasi dimenticavo, la zoccola al telefono. Mi lancio sulla cornetta, ma è troppo tardi. Incredibile, ha chiamato ancora. Ma cosa vorrà, perchè io, e dovrei chiamare l'ambulanza per quella povera vecchia? Vado a letto pieno di dubbi. All'improvviso un'illuminazione: torno al cesso e mi pulisco il culo. E adesso devo anche cambiare le lenzuola.

Nei giorni successivi arrivo ad una conclusione. Quando la zoccola telefonerà la prossima volta - e lo farà, quanto è vero Iddio - le dirò che sono Paolo Austero, e voglio vedere che cosa mi dice. Andrò a
fondo di questa storia.

(continua)