lunedì 9 marzo 2009

Il Debitore

Ecco, uno scarafaggio sta attraversando lentamente la stanza. Rovesciamolo sul dorso: comincia a fare sforzi tremendi per rimettersi ritto sulle zampine. In questo momento ha uno "scopo" nella vita. Quando l'ha raggiunto, par quasi di vederlo ghignare soddisfatto. Adesso se ne va tutto contento a raccontare la sua avventura agli amici; per gli scarafaggetti giovani è uno che è "riuscito nella vita". Eppure, lui avverte una punta di delusione. Ora che è arrivato in cima, la vita non ha più scopo. Forse tornerà sui suoi passi, sperando di ripetere l'impresa trionfale. Bisognerebbe fargli un segno sul dorso per riconoscerlo, se mai decidesse di rischiare un'altra volta. Che bravo, lo scarafaggio. Non c'è da meravigliarsi che sia sopravvissuto per milioni di anni.
-- Eric Berne, "A che gioco giochiamo?"

2 pomate:

Anonimo ha detto...

Citazione impegnata da un libro di psicologia. Quale stato maniaco-depressivo si deve raggiungere per indurre i polpastrelli a digitar cotanto post dopo mesi di silenzio?

P.S. Era ora che scrivessi qualcosa: chi non muore, si rivede.

ilpincy ha detto...

Caro Anonimo Varesino,
a dir la verita non è la depressione che mi muove a citare Berne. Qualche giorno fa ho discusso con un amico di "quando lavoreremo davvero" e siamo finiti a domandarci perché a noi non succederà mai. Una sera, rileggendo Berne, sono capitato sulla storia dello scarafaggetto, e ho cominciato a capire.

P.S. Grazie del commento, non pensavo qualcuno ancora leggesse questo blog.