martedì 17 luglio 2007

Like a rolling stone

Era un uomo scontroso. Per lui cose e persone avevano un nome solo perché così era più comodo insultarle. Non aveva mai colorato una nuvola, e pensava che il mare fosse azzurro veramente. Non stupirsi era ormai una professione.
Era così quando, un giorno, si stupì. Il suo volto da grigio balcone si riempì di gerani. Ok, fiori del cazzo, ma almeno fiori.
La sua visione era lì davanti. Era un sasso. Un inutile, anonimo, incomprensibile pietrino, un mineraluccio insignificante, una particola da dimenticare, un grigio ed inerte aggregato di polvere. Questo per chiunque tranne che per lui: perché per il nostro eroe quello era il Sasso.
Sono cose a cui si pensa poco. Quando dici "sasso", di solito viene in mente un qualunque ghiaiotto palloide, generico quanto basta per racchiudere in sé la categoria intera. Beh, il Nostro aveva visto esattamente il *suo* ghiaiotto palloide, il Sasso per eccellenza. Quello che Platone definiva "l'Idea di Sasso, la Sassità, anzi, meglio, la Sassonia."
Beh, sia come sia, lo Scontroso si stupì. Raccolse il sasso con gli occhi ancora lucidi. Lo guardò bene. Se lo rigirò fra le mani incredulo.
Poi lo lasciò cadere e lo calciò lontano.

1 pomata:

Anonimo ha detto...

leggendo mi viene voglia di raccontare, forse per egoncentrismo o forse per megalomania, una cosa che è successa a me:
un anno fa passeggiavo per roma. era primavera e faceva piuttosto caldo. ero di pessimo umore, pensavo che tutto il mondo mi odiasse e quindi ritenevo giusto odiarlo anche io. piena di cattiveria e inutili rancori mi avvio così per via del corso, la via che collega piazza del popolo a piazza venezia e da lì al colosseo e ai fori imperiali e arrivata a quel punto mi fermo come folgorata da un'idea. guardo il colosseo, quel mucchio di sassi che gli anni hanno elevato a reperti archeologici e mi rendo conto. mi rendo conto che ai reperti, al colosseo e all'altare della patria non importa proprio nulla del mio cattivo umore, e la loro bellezza e la splendida giornata ne sono la prova. curioso come questo non mi abbia irritata....anzi, mi sono sentita più leggera. così sono andata ai musei vaticani, ho preso un biglietto, stando bene attenta ad evitare il percorso che portava al giudizio universale, e mi sono unita alla folla nel rendere omaggio a quelle bellezze alle quali, ormai sapevo, non importava proprio nulla di me.